Le potenze europee e gli imperi coloniali
Nella seconda metà dell'Ottocento, gli Stati della Confederazione germanica, guidati dal cancelliere prussiano Otto von Bismarck, avviarono il processo di unificazione tedesca. Questo processo fu favorito dall'Unione doganale (1834) e dallo sviluppo industriale e ferroviario della Prussia. Bismarck puntò sulla potenza militare, sconfiggendo Austria e Francia e annettendo Alsazia e Lorena. Nel 1871 nacque l'Impero tedesco sotto Guglielmo I. Bismarck attuò riforme sociali e una politica estera di equilibrio in Europa. La Germania, divenuta una grande potenza economica, avviò un intenso programma di espansione coloniale in Africa. Per prevenire rivincite francesi, Bismarck stipulò la Triplice Alleanza (1882) con Austria e Italia e accordi con la Russia.
In Francia, la sconfitta contro la Prussia (1870) portò alla nascita della Terza Repubblica. La perdita di Alsazia e Lorena e le condizioni di pace umilianti alimentarono uno spirito nazionalista e il desiderio di rivincita (revanche), spingendo la Francia verso l'espansione coloniale in Africa e Indocina.
La Gran Bretagna raggiunse un'assoluta egemonia economica mondiale durante l'Età vittoriana (1837-1901). Entrambi i partiti principali sostenevano la politica coloniale. La Gran Bretagna era la prima potenza industriale e commerciale e possedeva il più vasto Impero coloniale, includendo Canada, India, Australia, Nuova Zelanda e gran parte dell'Africa. La regina Vittoria divenne Imperatrice d'India (1876), dove furono potenziate infrastrutture e colture specializzate. Con la colonizzazione dell'Egitto (1882), la Gran Bretagna si assicurò il controllo del Canale di Suez.
Il nuovo colonialismo di fine Ottocento fu guidato direttamente dagli Stati nazionali europei. Gli obiettivi principali erano il controllo delle risorse, l'apertura di nuovi mercati e la diffusione della civiltà europea, causando una crescente dipendenza economica e culturale dei Paesi colonizzati. La Conferenza di Berlino (1884-1885) stabilì i criteri per la spartizione dell'Africa tra le nazioni europee, definendo i confini senza considerare le popolazioni africane.
La colonizzazione economica della Cina vide la Gran Bretagna aprirsi una via commerciale. Il commercio di oppio portò alla guerra dell'oppio (1839-1842), vinta dagli inglesi, che imposero l'apertura dei territori cinesi.
Il Giappone fu costretto ad aprirsi alle potenze occidentali nel 1853. Questa apertura forzata segnò l'inizio di una trasformazione radicale per il Paese