Il continente americano nell'800

 I continenti americani

L'Ottocento fu il secolo che ridisegnò completamente la mappa del continente americano. 

Tra il 1810 e il 1825, l'America Latina si liberò dal giogo coloniale: i creoli – bianchi esclusi dal potere politico nonostante quello economico – guidarono i movimenti rivoluzionari che portarono alla nascita di nuovi Stati come Venezuela, Colombia, Argentina e Messico. Il Brasile si separò pacificamente dal Portogallo, mentre gli Stati Uniti sostennero le nuove repubbliche con la Dottrina Monroe del 1823, che vietava ogni intervento europeo nel continente.

Ma la vera epopea americana fu l'espansione verso ovest. La popolazione statunitense esplose da 5 a 23 milioni di abitanti, spingendo i coloni verso le grandi pianure e il Far West. Questa corsa all'oro e alle terre vergini ebbe un prezzo drammatico: il genocidio dei nativi americani, culminato nel massacro di Wounded Knee del 1890, che decimò gli "Indiani d'America" e li confinò nelle riserve.

L'espansione acuì però i contrasti interni: il Nord industrializzato e abolizionista si scontrò con il Sud agricolo e schiavista. L'elezione di Abraham Lincoln nel 1860 scatenò la Guerra di Secessione (1861-1865), che vide la vittoria del Nord e l'abolizione della schiavitù, ma costò la vita al presidente, assassinato da un fanatico sudista.

Il conflitto trasformò gli Stati Uniti nella prima potenza industriale mondiale, sfruttando le immense risorse naturali e la forza lavoro degli ex-schiavi per creare giganteschi complessi produttivi che dominarono a lungo i mercati internazionali.

Fonti

  • S. Zaninelli, C. Cristiani, Quando è storia - Storia moderna - Imparo a studiare, Vol. 2, Ed. Atlas
  • Wikipedia